QUALI PROBLEMI POSSIAMO RISOLVERE
- Lorenzo Buracchio

- 3 apr
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 9 apr
1) La mancata definizione esatta degli obiettivi genera confusione



- Sembra banale dirlo però il vero problema che incontriamo con i nostri clienti è quello di focalizzare gerarchizzandole le loro reali necessità e quindi i loro effettivi obiettivi. Manca talvolta questa fase di approfondita autoanalisi aziendale iniziale che in realtà può promuovere di fatto solo chi l’azienda la vive.
- Se nelle fasi che precedono l’attuazione di un investimento non viene realmente distillato il vero obiettivo da conseguire si rischia quasi certamente di andare incontro a dei seri problemi quali la confusione organizzativa e il disorientamento di tutti gli attori impegnati nella realizzazione dell'opera. Troppo spesso purtroppo il cliente solo durante la fase di esecuzione dell’opera, quando finalmente riversa tutta la sua attenzione sulla stessa, vuoi perché comincia materialmente a pagarla, vuoi anche perché inizia a vederla dal vivo e può incominciare a percorrere i suoi spazi, si accorge talvolta dell’eventuale inadeguatezza di alcune sue parti o di alcuni suoi componenti che devono essere quindi modificati o cambiati. Inutile dire che le modifiche in corso d’opera sono per lo più negative sotto il profilo tecnico, dei tempi di realizzazione e soprattutto economico, perché gli operatori già contrattualizzati, a questo punto, hanno l’occasione commerciale di dettare loro il prezzo per eseguire le modifiche richieste.
2) STRATEGIE PER LIMITARE GLI ERRORI

- Sulla base delle continue esperienze quotidiane che abbiamo maturato in oltre trent’anni di progettazione eravamo già consci del fatto che si dovesse attuare un preciso percorso di lavoro da condividere con il nostro Cliente. Adesso dopo alcune ulteriori importanti esperienze abbiamo deciso che questa naturale attività di interscambio, fin qui praticata più o meno intensamente, deve essere obbligatoriamente sistematizzata in modo da prevede dei passaggi “obbligati” dove ci si costringe insieme a sottostare a degli articolati check di controllo che verranno formalizzati una volta condivisi.



Solo una volta superata consensualmente questa fase di verifica e controllo si procederà a quella successiva: la progettazione esecutiva dell’investimento.
- Questo metodo iterativo proposto, che ci impone di controllare nuovamente più volte e da diversi punti di vista ogni singola scelta fatta è secondo noi, a questo punto, l’unico antidoto possibile contro l’insorgere di errori e comunque è l’unico sistema per ridurli veramente a quel minimo strettamente fisiologico.
Non è però semplice attuare questa metodologia in modo compiuto senza un grande sforzo da parte di tutti i soggetti coinvolti. Infatti, finché si lavora nell’ambiente virtuale del progetto c’è spesso spazio per frasi tipo: questo lo vediamo in seguito, quando sarà vediamo, dopo ci informeremo meglio, ecc. - queste frasi di rinvio sono figlie di un atteggiamento, talvolta dovuto alla stanchezza o da momentanee condizioni difficoltà di visione degli obiettivi, di pigrizia mentale che deve essere da subito contrastato attraverso, come già detto, un’attenta attività di analisi e controllo del progetto.
3) COME SCEGLIERE LE IMPRESE





- Di norma chi ha un’attività produttiva ha delle capacità imprenditoriali e delle conseguenti abilità commerciali in fase di contrattazione. Questa naturale attitudine è sicuramente un vantaggio. Bisogna però ricordare che il mondo dell’edilizia ha delle sue particolari specificità. Di norma la vostra attività imprenditoriale è di tipo “stanziale” mentre per certo quella dell’imprenditore edile è di tipo “nomade”: voi lavorate e producete presumibilmente all’interno di un vostro stabilimento, immobile, terreno ecc. per un tempo diciamo indefinito mentre l’imprenditore edile lavora per un tempo ben definito su immobili – siti non di sua proprietà nei quali però opera, su vostro mandato, per mezzo di propri impianti e mezzi d’opera. Sono due posture imprenditoriali
completamente diverse: uno gestisce in pianta stabile un parco giochi, l’altro agisce come un giostraio. Per questo la nostra esperienza lavorativa maturata nel settore della gestione degli appalti può integrare in modo sinergico la vostra capacità commerciale perché ci sono degli elementi valutativi da considerare anche di tipo psicologico che vanno conosciuti. Di più, nel caso di appalti complessi o comunque importanti talvolta è utile secondo noi anche una supervisione legale prima di procedere alla contrattualizzazione
dell’impresa.
- Quali e quanti operatori devono essere coinvolti nel processo edilizio e quindi nell’esecuzione dell’opera? - Quesito fondamentale. Azzeccare la squadra giusta è ovviamente molto importante.
Detto che non esiste un organigramma ideale per risolvere un cantiere perché questo tema è sempre legato all’obiettivo che ci si è dati durante la fase di valutazione dell’investimento e quindi durante le fasi progettuali. Se nella fase di studio e progettazione si è operato bene, parte della risposta è già data da come è stato a livello esecutivo strutturato il progetto a livello di contenuti e di sequenza operativa – realizzativa.
Per essere più chiari e volendo sintetizzare è il progetto che ci deve indicare qual è la formula più adeguata per il raggiungimento del vostro obiettivo: velocità d’esecuzione, alto contenuto qualitativo o massima economicità ? – Inutile dire che queste tre condizioni non si possono a pari grado ottenere.
L’altra parte della risposta va ricercata sul campo “on the field” vagliando in modo organico il know-how: curriculum, portafoglio lavori, delle imprese da contrattualizzare valutato soprattutto anche in relazione alla specifica capacità di essere anche flessibili e disponibili ad accettare determinati scenari di cantiere che già in fase di progettazione sono stati eventualmente prefigurati e descritti.
Ove necessario e possibile utile incontrare anche alcuni precedenti committenti di queste imprese per avere un loro feedback. Naturalmente altrettanto utile è visitare le costruzioni realizzate dall’impresa, meglio se non di recente costruzione, in modo da valutare la resilienza di quel manufatto nel tempo. Raramente un manufatto appena realizzato denota imperfezioni.
LE AZIENDE VINICOLE ED ITTICHE






La realizzazione di strutture dedicate alla produzione del vino e quelle ugualmente dedicate alla manipolazione del prodotto ittico secondo noi hanno dei fattori in comune.
- Questi sono tutti impianti dove la materia prima è il prodotto per alimenti, per altro quello ittico altamente deperibile, quindi soggetti ad una serie di regolamenti e normative igienico sanitarie prescrittive. Non ultime quelle relative alla gestione degli scarti risultanti dal processo lavorativo.
Abbiamo notato che le aziende del settore, cercando sempre di specializzarsi e quindi differenziarsi dalla concorrenza, stanno alzando per quanto possibile il loro livello qualitativo. A breve nel campo del wine si arriverà ad avere, se possibile, una minore produzione compensata da una sempre più alta qualità del prodotto. Crediamo che questo stia in parte accadendo anche nel settore ittico basti guardare alcuni impianti di acquacoltura o riferirsi ad aziende di commercializzazione del prodotto ittico che puntano a valorizzare il pescato nelle zone FAO di appartenenza e i prodotti della pesca artigianale eseguita ancora da alcuni ‘piccoli’ pescatori con un'attività di prelievo ittico che più si conforma alle raccomandazioni del codice della Food and Agriculture Organization of the United Nations rispetto alla pesca industriale.
- Oramai il concetto di qualità sottintende anche la valorizzazione del territorio nel quale viene coltivato il prodotto - settore vitivinicolo - o dal quale lo stesso viene prelevato o allevato - settore ittico -.
Il racconto del territorio sembra oramai un elemento cruciale per la vendita del food di qualità, per cui le aziende più accorte che operano in questi due settori - e non solo - tendono sempre di più a cercare una connessione identitaria tra i loro prodotti e il luogo di provenienza degli stessi.
L’architettura è uno degli strumenti più efficaci per declinare questa istanza nelle strutture produttive, nei punti vendita, nelle strutture provvisorie espositive, ecc.
- Altro fattore condiviso è la presenza di impianti di refrigerazione necessari nei processi di vinificazione per la stabilizzazione tartarica dei vini, per la regolazione della temperatura dei mosti e non solo e nel mantenimento, nella lavorazione del prodotto ittico e per il congelamento o il surgelamento dello stesso, ovviamente presenti in modo più massivo e con temperature più basse in quest’ultimo settore.
Regolamenti sanitari
- Abbiamo la capacità oramai di interpretare norme e regolamenti nel campo igienico sanitario tale da permetterci di interloquire agevolmente con “la stessa lingua” con le ASL e quindi di realizzare lay-out aziendali che non solo recepiscano la norma obbligatoria ma che possano essere strutturati in modo da rendere più facile la loro gestione e manutenzione.
La valorizzazione paesaggistica e dell’edilizia storica
- Lo studio venendo sia da una consolidata esperienza nel campo del restauro soprattutto di beni vincolati, sia nel campo dell’esposizione museale ha acquisito la capacità di lavorare con svariati materiali naturali ed artificiali e di comporli in modo attrattivo con una specifica cura del dettaglio artigianale che è poi quella che contraddistingue il nostro fare italiano conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo appunto quale valore specifico aggiunto. In questa ottica ancora più interessante per noi è gestire il recupero di strutture storiche da destinare ad uso aziendale.
Gli impianti di refrigerazione
- La conoscenza dei vari processi industriali legati al tema della refrigerazione ci permette di governare l’integrazione tra la parte impiantistica e quella architettonica - strutturale in modo da realizzare costruzioni o di condurre restauri edilizi dove le due componenti siano sempre più integrate sotto il profilo funzionale ed estetico e c’è da crederci la cosa non è affatto semplice.
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